Tunnel carpale: come dire addio al dolore!
- Stefano Bergonti
- 7 giu
- Tempo di lettura: 11 min
Se hai mai provato intorpidimento, formicolio o dolore al polso e alla mano, potresti star affrontando i sintomi della sindrome del tunnel carpale. Questo disturbo non solo può interferire con le attività quotidiane, ma se trascurato, potrebbe peggiorare nel tempo. Ma non preoccuparti: esistono soluzioni efficaci per prevenirlo e gestirlo.
In questo articolo scoprirai tutto ciò che c'è da sapere sulla sindrome del tunnel carpale, tutte le cause e le cure, fino agli esercizi utili per alleviarne i sintomi.

Cos'è la sindrome del tunnel carpale?
La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia da compressione che coinvolge il nervo mediano, il quale attraversa un passaggio stretto chiamato tunnel carpale situato nella parte inferiore del polso. Questo nervo è responsabile della sensibilità e del movimento di alcune dita della mano, in particolare pollice, indice, medio e parte dell'anulare.
A livello anatomico, il tunnel carpale è delimitato da ossa carpali e dal legamento trasverso del carpo, una struttura fibrosa resistente.
Quando si verifica un aumento di pressione all'interno del tunnel — a causa di infiammazioni, ispessimenti tendinei o edema — il nervo mediano può essere compresso, causando i sintomi caratteristici della sindrome.
Dal punto di vista biochimico, la compressione del nervo può avere un impatto significativo sul flusso sanguigno microvascolare e sulla conduzione nervosa, interferendo con il normale apporto di ossigeno e nutrienti al nervo stesso.
Questo può portare a cambiamenti patologici, come la demielinizzazione, ovvero la perdita della guaina protettiva che riveste le fibre nervose, e nei casi più gravi a una degenerazione assonale. Inoltre, la compressione può coinvolgere anche il sistema vascolare, causando sintomi come formicolii, sensazione di freddo alla mano, o intorpidimento, che spesso peggiorano durante la notte o al risveglio a causa del ristagno venoso e della ridotta circolazione sanguigna.
Patologie correlate e diagnosi differenziale
Molti disturbi possono mimare i sintomi della sindrome del tunnel carpale.
È quindi fondamentale distinguere questa condizione da altre patologie per evitare diagnosi errate e trattamenti inefficaci.
Sindrome del canale di Guyon: coinvolge il nervo ulnare e provoca sintomi simili, ma colpisce mignolo e metà dell’anulare, non le dita mediali (pollice, indice e medio).
Radicolopatie cervicali: una compressione dei nervi a livello del rachide cervicale può generare dolore irradiato fino alla mano, confondendosi con un problema periferico.
Neuropatia periferica: comune nei diabetici, può causare formicolii e debolezza diffusi, non localizzati come nella sindrome del tunnel carpale.
Tendiniti e tenosinoviti: infiammazioni dei tendini flessori o estensori del polso possono simulare dolore simile, ma in genere non causano formicolii o intorpidimento.
Una corretta valutazione fisioterapica e clinica spesso risulta più che sufficiente a chiarire la problematica ma se necessario, esami strumentali come elettromiografia (EMG) o ecografia muscolotendinea aiutano a fare chiarezza.
"Come capisco soffro di Tunnel Carpale?"
Se sospetti che il tuo formicolio notturno o il dolore al polso siano legati al tunnel carpale sappi che esistono alcuni test clinici semplici e sicuri possono fornire indicazioni utili, anche prima di esami strumentali come l’EMG.
Il più noto è il Test di Phalen, che consiste nel piegare i polsi tra loro (dorso contro dorso) per circa un minuto: se compaiono formicolii a pollice, indice e medio, è possibile che il nervo mediano sia coinvolto.
Un altro segnale frequente è il segno di Tinel, cioè una sensazione di scossa o pizzicore quando si tocca o si batte delicatamente il polso, proprio sopra il tunnel carpale oppure ancora il Test di Durkan, dove si esercita una leggera pressione diretta sul polso per 30 secondi: anche qui, la comparsa o l’aggravarsi dei sintomi può suggerire una compressione.
❗ Attenzione: questi test non sostituiscono una visita specialistica, ma possono offrire una prima indicazione utile. Se i sintomi sono persistenti, il consiglio è sempre quello di rivolgersi a un fisioterapista specializzato o a un medico, per una valutazione completa e personalizzata.
Cause principali
La sindrome del tunnel carpale può essere attribuita a diversi fattori, ognuno dei quali contribuisce in modo specifico all'insorgenza del problema. Ecco un approfondimento per comprendere meglio le principali cause:
Movimenti ripetitivi: Le attività che coinvolgono il polso in movimenti ripetuti, come digitare alla tastiera o utilizzare strumenti manuali per lunghi periodi, possono sollecitare eccessivamente i tendini e il nervo mediano, causando infiammazione e compressione.
Postura scorretta: Adottare posizioni statiche e innaturali del polso, soprattutto per tempi prolungati, può comprimere il tunnel carpale e alterare il corretto allineamento delle strutture interne.
Patologie sistemiche: Condizioni come il diabete, l'ipotiroidismo, l'artrite reumatoide o l'obesità non solo aumentano il rischio di sviluppare la sindrome, ma possono anche peggiorarne l'evoluzione a causa di alterazioni metaboliche o infiammatorie che coinvolgono il nervo mediano.
Traumi: Lesioni come fratture o lussazioni possono modificare la struttura anatomica del tunnel carpale, riducendo lo spazio disponibile per il nervo e i tendini.
Gravidanza: Durante la gravidanza, i cambiamenti ormonali possono favorire la ritenzione idrica, aumentando temporaneamente la pressione all'interno del tunnel carpale e causando i sintomi tipici, che spesso si risolvono dopo il parto.
Conoscere queste cause è il primo passo per adottare strategie preventive e intervenire tempestivamente qualora si manifestino i primi segni del disturbo.
Anche lo stile di vita può incidere notevolmente sul rischio di sviluppare la sindrome del tunnel carpale. Fattori come la sedentarietà, una cattiva alimentazione o l’assenza di pause durante il lavoro al computer possono aumentare la predisposizione a infiammazioni tendinee e compressioni nervose.
💡 Consiglio pratico: crea una postazione di lavoro ergonomica, con tastiera inclinata e supporto per i polsi, e ricorda di fare brevi pause attive ogni 30-45 minuti a cui aggiungere dello stretching della mano e dei polsi per evitare il sovraccarico funzionale soprattutto nelle fasi di lavoro più intense. (NB. bastano davvero pochi secondi!).
Tempi di recupero
I tempi di recupero nella sindrome del tunnel carpale variano in base alla gravità della compressione del nervo mediano e alla tempestività con cui si interviene.
Nelle forme lievi o iniziali, con un trattamento conservativo precoce (fisioterapia mirata, esercizi neurodinamici, modifiche ergonomiche), i sintomi possono ridursi sensibilmente in 4–8 settimane. Intervenire in tempo permette di evitare il peggioramento e spesso rende superfluo l’intervento chirurgico.
Nei casi moderati, in cui il formicolio è persistente anche a riposo o durante la notte, il recupero richiede tempi più lunghi e un programma riabilitativo più strutturato. In questi casi il miglioramento avviene gradualmente nell’arco di 2–4 mesi, con monitoraggio costante della sensibilità e della forza muscolare.
Dopo un intervento chirurgico (decompressione del tunnel carpale), la ripresa varia da persona a persona. In genere:
il dolore post-operatorio si attenua in 1–2 settimane,
la forza e la sensibilità migliorano progressivamente entro 1–3 mesi,
il ritorno pieno alle attività manuali avviene in 2–3 mesi nei casi non complicati.
🎯 In sintesi: quanto prima si interviene, tanto più rapido e completo sarà il recupero. Ignorare i sintomi o rimandare può rendere il recupero più lungo e meno efficace.

Terapie disponibili
Trattamenti conservativi:
Riposo: È fondamentale ridurre o modificare le attività che aggravano i sintomi, concedendo al nervo mediano e ai tendini il tempo necessario per recuperare.
Tutori: Indossare un tutore che mantenga il polso in posizione neutra, soprattutto di notte, può prevenire ulteriori irritazioni del nervo.
Farmaci antinfiammatori: Farmaci come ibuprofene o naprossene possono essere utili per ridurre l’infiammazione e alleviare il dolore, specialmente nelle fasi iniziali.
Fisioterapia:
Mobilizzazione articolare e tecniche di rilascio miofasciale:
Queste tecniche aiutano a migliorare la mobilità del polso e a ridurre le tensioni sui tessuti circostanti il tunnel carpale.
Terapia manuale:
Utilizzo tecniche manuali mirate a rilasciare le tensioni muscolari e migliorare la funzionalità complessiva, favorendo una riduzione della pressione sul nervo mediano.
Ultrasuoni:
Questa tecnologia sfrutta onde sonore ad alta frequenza per penetrare nei tessuti molli, generando calore e microvibrazioni che stimolano il metabolismo cellulare e migliorano la circolazione sanguigna. Questo processo favorisce la riduzione dell'infiammazione, accelera il recupero dei tessuti danneggiati e allevia il dolore.
Tecarterapia:
Questa tecnica utilizza correnti elettromagnetiche per stimolare la rigenerazione dei tessuti e ridurre il dolore. Agendo sia in modalità capacitiva che resistiva, la tecarterapia (clicca qui 👈 per approfondire) è particolarmente efficace nel migliorare la microcircolazione, ridurre l'edema e promuovere la guarigione.
Esercizi di stretching e rinforzo muscolare:
Fondamentali per migliorare la stabilità e prevenire recidive nel lungo termine.
Infiltrazioni di corticosteroidi: Nei casi più resistenti, le infiltrazioni possono offrire un sollievo temporaneo, riducendo rapidamente l’infiammazione all’interno del tunnel carpale.
Chirurgia: Nei casi gravi, quando le terapie conservative non sono sufficienti, la chirurgia può essere necessaria. L'intervento consiste nella decompressione del tunnel carpale attraverso il taglio del legamento trasverso del carpo, aumentando lo spazio disponibile per il nervo mediano. Questo permette un immediato sollievo dalla compressione, seguito da un periodo di riabilitazione per recuperare pienamente la funzionalità.
Come si può anche evincere dalla lista quo sopra, i trattamenti cosiddetti "conservativi" sono molti e nella maggior parte dei casi molto efficaci.
Solo una piccola percentuale dei pazienti necessita di trattamenti più invasivi. Intervenire precocemente e affrontare il problema in diversi modi fa spesso la differenza.
Tutori per il Tunnel Carpale: quando servono davvero e come sceglierli
L’utilizzo di un tutore per il tunnel carpale rappresenta una delle prime opzioni conservative raccomandate dalle linee guida internazionali (AAN, AAOS) per le forme lievi e moderate, soprattutto nelle fasi iniziali o notturne.

✅ Quando è consigliato usare il tutore?
Durante la notte: i sintomi tendono a peggiorare in posizione supina per via della flessione involontaria del polso. Il tutore mantiene il polso in posizione neutra e riduce la compressione sul nervo mediano.
Nelle attività ripetitive: se il lavoro o lo sport comportano movimenti ripetitivi del polso, un tutore può essere utile per limitare lo stress meccanico, ma solo temporaneamente.
In fase acuta o infiammatoria, associato a riposo relativo e terapia manuale, per ridurre i sintomi prima di iniziare un programma attivo.
❌ Quando non va usato (o non è più efficace)?
Come unica terapia: il tutore non “guarisce” il tunnel carpale. Deve essere sempre integrato con esercizi mirati e una correzione delle cause (postura, ergonomia, sovraccarichi).
A lungo termine senza miglioramenti: se dopo 4-6 settimane l’uso del tutore notturno non porta benefici, va rivalutato l’approccio o considerata un'opzione differente.
Durante il giorno in modo continuo: indossarlo costantemente può causare rigidità e perdita di forza muscolare.
🎯 Come scegliere il tutore giusto?
Rigidità moderata: deve mantenere il polso in posizione neutra (non flesso né esteso) senza bloccarlo completamente.
Taglia corretta: un tutore troppo stretto peggiora la compressione; uno troppo largo è inefficace.
Materiale traspirante e confortevole, soprattutto se usato per tutta la notte.
💬 Il tutore è un alleato, non una soluzione definitiva. È utile nella fase iniziale, ma deve essere parte di un piano riabilitativo attivo e personalizzato.
Quando rivolgersi al fisioterapista?
Se i sintomi persistono per più di 2 settimane nonostante riposo e automedicazione, è importante rivolgersi a un professionista. Il fisioterapista specializzato può:
Identificare eventuali squilibri muscolari o biomeccanici
Valutare la funzionalità globale dell’arto superiore
Impostare un programma terapeutico personalizzato, basato su terapia manuale, esercizi e terapie strumentali
Educare il paziente alla prevenzione e alla corretta gestione della sintomatologia
💬 Intervenire in modo tempestivo può evitare la cronicizzazione dei sintomi e l’eventuale necessità di intervento chirurgico.
Vediamo ora però qualche esercizio che chiunque può svolgere autonomente a casa per migliorare la condizione.
Esercizi per il Tunnel Carpale da fare a casa
In questa sezione trovi esercizi mirati che puoi eseguire comodamente a casa per alleviare i sintomi della sindrome del tunnel carpale.
Tutti gli esercizi sono basati su evidenze scientifiche e pensati per essere sicuri, progressivi e facili da eseguire anche senza attrezzatura.
1. Stretching del flessore del polso
Obiettivo: allungare i muscoli flessori e ridurre la tensione sul tunnel carpale.
Estendi il braccio in avanti con il palmo rivolto verso l’alto.
Usa l’altra mano per tirare delicatamente le dita verso il basso (verso terra), tenendo il gomito esteso.
Mantieni la posizione per 20-30 secondi, respira profondamente.
Ripeti per 2-3 serie per lato.
💡 Consiglio: se senti tensione nella zona dell’avambraccio, stai eseguendo correttamente l’esercizio.
2. Stretching dell'estensore del polso
Obiettivo: rilassare i muscoli estensori e migliorare la mobilità complessiva del polso.
Braccio teso con il palmo rivolto verso il basso.
Con l’altra mano spingi le dita verso il corpo, mantenendo il gomito esteso.
Mantieni la posizione per 20-30 secondi.
Esegui 2-3 serie per lato.
3. Estensione attiva delle dita
Obiettivo: migliorare l’attivazione muscolare intrinseca e ridurre la rigidità.
Appoggia la mano su un tavolo, dita unite.
Apri lentamente le dita il più possibile mantenendo il palmo a contatto con la superficie.
Chiudi e riapri le dita per 15 ripetizioni x 2 serie.
💡 Variante: puoi usare un elastico leggero intorno alle dita per aggiungere resistenza.
4. Scivolamento del nervo mediano (mobilizzazione neurodinamica)
Obiettivo: favorire la mobilità del nervo mediano attraverso i tessuti.
Porta il braccio teso lateralmente con il palmo rivolto verso l’alto.
Estendi il polso e le dita mentre inclini la testa dalla parte opposta.
Poi, fletti il polso mentre la testa torna in posizione neutra.
10 ripetizioni lente per lato, 2 serie.
📌 Questo esercizio è utile per “liberare” il nervo e ridurre la sensazione di formicolio.
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5. Rinforzo con pallina morbida
Obiettivo: rinforzare i muscoli dell’avambraccio e stabilizzare le articolazioni del polso.
Usa una pallina morbida in spugna o gommapiuma.
Stringi lentamente per 3-5 secondi, poi rilascia.
Fai 15 ripetizioni, 2 serie per mano.
❗ ATTENZIONE: Non deve causare dolore o peggioramento dei sintomi.
6. Mobilizzazione del polso su superficie
Obiettivo: migliorare la mobilità articolare del carpo.
Appoggia l’avambraccio su un tavolo, lasciando il polso fuori dal bordo.
Muovi lentamente il polso su e giù (flessione ed estensione).
Mantieni il movimento lento e controllato per 20 ripetizioni, 2 serie.
💡 Consiglio: Può essere utile anche come riscaldamento prima degli altri esercizi.
È consigliabile eseguire questi esercizi una o due volte al giorno, prestando attenzione a evitare movimenti bruschi o che provocano dolore.
Una progressione efficace può partire con esercizi di stretching e mobilità articolare, per poi integrare gradualmente quelli di rinforzo e di mobilizzazione nervosa.
Tuttavia, è importante ricordare che questi esercizi non sostituiscono una valutazione individuale: se i sintomi persistono o peggiorano, è fondamentale rivolgersi a un fisioterapista specializzato per una presa in carico mirata e sicura.
Prevenzione a lungo termine
Prevenire la sindrome del tunnel carpale è possibile con alcune semplici abitudini:
Mantieni una buona postura durante le attività quotidiane e lavorative
Alterna periodi di attività a momenti di recupero muscolare
Segui un’alimentazione equilibrata per supportare la salute nervosa
Allenati regolarmente per mantenere elasticità e forza nella muscolatura dell’arto superiore
Anche piccoli cambiamenti possono avere un grande impatto sulla tua salute muscoloscheletrica nel tempo.

FAQ sul Tunnel Carpale
1. La sindrome del tunnel carpale può guarire da sola?
Sì, certamente. Nella maggior parte dei casi con un trattamento adeguato, i sintomi possono risolversi senza intervento chirurgico.
2. Quanto è dolorosa la chirurgia?
La chirurgia è generalmente ben tollerata; il dolore post-operatorio è gestibile con farmaci e la riabilitazione.
3. Posso continuare a lavorare con la sindrome del tunnel carpale?
Dipende dalla gravità dei sintomi e dal tipo di lavoro. Potrebbe essere necessario modificare alcune attività.
4. I tutori funzionano davvero?
Sì, soprattutto se indossati durante la notte, aiutano a ridurre la pressione sul nervo mediano.
5. Ci sono rimedi naturali?
Impacchi freddi, modifiche posturali e gli esercizi sopra descritti possono aiutare.
6. Quali sono i primi sintomi della sindrome del tunnel carpale?
Formicolio, intorpidimento e bruciore a pollice, indice e medio, spesso peggiorano di notte o con l’uso prolungato della mano.
7. Come si diagnostica la sindrome del tunnel carpale?
Con la valutazione clinica, test specifici come Phalen e Tinel, ed eventualmente un’elettromiografia (EMG).
8. Può guarire senza intervento chirurgico?
Sì, nei casi lievi o moderati, con terapia manuale, esercizi, tutori e correzioni ergonomiche. L’intervento è riservato ai casi gravi o persistenti.
Conclusioni
La sindrome del tunnel carpale è una patologia comune ma spesso sottovalutata, che può compromettere significativamente la funzionalità della mano e la qualità della vita. Un approccio fisioterapico mirato, che includa valutazione funzionale, esercizi terapeutici e tecniche manuali specifiche, è essenziale per ridurre il dolore, migliorare la mobilità e prevenire danni permanenti al nervo mediano.
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Bibliografia Scientifica
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